Solinc, la nuova “impresa” della Fondazione

“Non li lasciamo andare, fin quando non siamo sicuri che siano pronti a camminare da soli. Perché non si diventa grandi a 18 anni: si diventa grandi quando ci si sente grandi e capaci di affrontare il mondo. Una casa e un lavoro sono le prime, fondamentali tappe su questo cammino”. Così Elda Melaragno, presidente della Fondazione Protettorato San Giuseppe, racconta la nascita, ma soprattutto la ragione e il senso di Sol.Inc., l’impresa sociale nata grazie alla Fondazione: una nuova e innovativa risorsa per il sostegno ai ragazzi e le ragazze che, dopo aver vissuto in casa famiglia, si affacciano la mondo degli adulti. La Fondazione ha ideato e promosso l’avvio dell’impresa sociale, sostenendola con un prestito che verrà restituito con gli utili prodotti dalle attività. L’impresa sociale vivrà dei profitti che riuscirà a produrre: un progetto d’inclusione che camminerà con le proprie gambe e di cui la presidente Melaragno ci racconta i primi passi:

“Sol.Inc. è il nome che abbiamo scelto per questa impresa, perché racchiude al suo interno le due parole chiave del nostro impegno: solidarietà e inclusione. Non può esserci l’una senza l’altra: non basta accogliere e sostenere, bisogna includere e dare le ali, perché i ragazzi e le ragazze possano prendere il volo”.

Sol.Inc. è nata da poche settimane, ma ha già messo in campo due risorse fondamentali: un appartamento, che la Fondazione ha ristrutturato e messo a disposizione dei ragazzi che escono dalle sue case famiglia, i cosiddetti care leaver. E un lavoro in piena regola, dopo un mirato percorso formativo e un tirocinio professionale. “L’appartamento si trova a pochi passi dalla Fondazione, perché l’autonomia deve essere conquistata a piccoli passi – spiega Melaragno – Per questo abbiamo introdotto una nuova figura professionale, il tutor per l’autonomia, che li accompagna in questo percorso di emancipazione e li aiuta a superare piccoli e grandi ostacoli, conservando un occhio vigile e attento, ma discreto. In questo appartamento, curato in ogni dettaglio e pensato per le loro esigenze, i ragazzi imparano, insieme, a vivere da soli, dopo che in casa famiglia hanno imparato, passo dopo passo, a gestire la propria quotidianità. Ora devono badare a se stessi, fare le lavatrici, preparare i pasti, fare la spesa, tenere in ordine e pulito: in questo momento si sono trasferiti lì i primi sei e devo dire che se la stanno cavando molto bene. Potranno restare qui per un periodo limitato, pagando un affitto calmierato, fin quando non saranno in grado di procurarsi un proprio alloggio”.

E poi, c’è il lavoro: “L’impresa sociale Sol.Inc. nasce con il compito di garantire l’inserimento lavorativo di questi ragazzi e di queste ragazze. Nella nuova impresa, i giovani verranno da subito impiegati con regolare contratto e lavoreranno nel settore della ristorazione, presso Enti e Istituzioni che hanno già aderito al progetto. Una rete che dovrà necessariamente ampliarsi, con l’allargamento a nuovi settori e clienti, prevedendo lo sviluppo di altre attività”. Tutti i ragazzi che abitano nell’appartamento stanno già lavorando, mentre continuano a crescere professionalmente grazie a un corso di formazione per diventare cuochi. Sono tutti ragazzi stranieri, arrivati in Italia da soli e accolti presso la Fondazione in quella che viene definita la “seconda accoglienza”. Qui hanno imparato l’italiano, hanno preso il diploma, hanno imparato un mestiere e hanno iniziato a sentirsi a casa, nel Paese che li aveva accolti dopo un viaggio lungo, faticoso e quasi sempre doloroso, che li aveva portati via dalla propria terra e dalle proprie famiglie. Secondo la legge, a 18 anni dovrebbero uscire dal sistema di accoglienza, ma difficilmente sono pronti per farlo. “Lasciarli andare, prima che abbiano gli strumenti per farlo, significa esporli a gravi rischi – spiega Massimiliano Umani, il loro tutor per l’autonomia – Più stiamo accanto a loro, più facciamo sentire loro la nostra presenza e il nostro sostegno, più rinforziamo le loro competenze e più saranno capaci di compiere scelte giuste, rifiutando di imboccare strade sbagliate, che quasi certamente qualcuno offrirà loro”.

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Vai a questa pagina, per approfondire il tema dei minori stranieri non accompagnati, con l’intervista al tutor per l’autonomia Massimiliano Umani.

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