L’inclusione si fa (anche) ai fornelli

Hanno presentato due pietanze frutto della contaminazione delle diverse tradizioni culinarie: delle melanzane fritte, ripiene di carne speziata e accompagnate da una salsa simile allo tzatziki ma più delicata e un dolce farcito con mandorle e uva passa. Ma è stato ben più che un assaggio, quello offerto lunedì pomeriggio nella sala del Protettorato dai nove ragazzi – tutti stranieri – che stanno frequentando il corso per cuochi promosso dalla Fondazione, con la collaborazione della cooperativa sociale Men at work: è stata una prova della loro volontà e della loro tenacia, della determinazione a seguire un percorso che hanno scelto e di cui iniziano a vedere il traguardo. Il traguardo è l’autonomia, nel Paese in cui sono arrivati giovanissimi, minorenni, e dove sono stati accolti all’interno del Protettorato. E’ qui che sono cresciuti, è qui che hanno imparato l’italiano, è qui che hanno acquistato capacità e competenze ed è qui che, lunedì, hanno presentato con orgoglio la loro prima “opera”: grembiule scuro e berretto bianco, i ragazzi erano questa volta dall’altra parte del tavolo: dalla parte di chi offre, di chi ha qualcosa da dare. A “ricevere” c’erano, in sala, gli educatori, i compagni di vita, ma anche i più piccoli della Fondazione, i “pollicini”, che vivono nella casa famiglia accanto alla loro e che li guardavano con ammirazione, forse sognando ciò che un domani anche loro diventeranno: uomini e donne capaci di offrire un piatto saporito. C’erano anche il presidente della cooperativa Men at work, il maestro chef e la presidente della Fondazione Melaragno, emozionata nel vedere questi ragazzi pronti per affrontare il futuro.

Il percorso di formazione come cuochi continua, tra qualche mese ci sarà la presentazione finale e già di pensa a qualcosa di grande. Intanto, i ragazzi continuano a imparare. Qualcuno di loro ha lasciato la Fondazione e vive in un appartamento poco distante, messo a disposizione dal Protettorato. Altri stanno per spiccare il volo e presto raggiungeranno i compagni, nell’appartamento a pochi isolati da lì, in cui si impara, insieme, a vivere da soli.

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