I protagonisti silenziosi della storia del Protettorato: Gaetano Mazzoni

(a cura del dott. Alberto Martinez)

Attraverso i documenti dell’archivio storico della Fondazione è possibile documentare il ricordo che l’illustre Professore Gaetano Mazzoni ha lasciato in modo indelebile.

Insigne chirurgo marchigiano, nato nel 1854, si rese famoso per il riuscito intervento chirurgico a S.S Leone XIII, alla fine dell’Ottocento.

Membro del Comitato Centrale della Croce Rossa sin dalla fondazione dell’Associazione, primario chirurgo dell’Ospedale San Giovanni in Laterano, deceduto il 31 gennaio 1922, legò la parte più cospicua della sua eredità al “Pio sodalizio dei Piceni” e al Protettorato di San Giuseppe in parti uguali.

La consistenza documentaria che riguarda l’eredità è tale da permettere di ricostruire con ogni piccolo dettaglio il lascito e tutte le complessità che sorsero successivamente.

Beneficenza privata che, come dimostrano i documenti amministrativi, in quegli anni divenne quasi indispensabile nel funzionamento del Protettorato, contribuendo in modo sostanziale se non decisivo allo svolgimento del suo operato.

Un’altra parte fondamentale della documentazione che fa riferimento al Prof. Mazzoni è relativa al suo busto in bronzo, presente ancora oggi nel giardino dell’Ente, e la sua inaugurazione celebratasi il 19 giugno 1927.

Se si può ascrivere la parte ereditaria alla sfera privata del prof. Mazzoni, la documentazione che la cerimonia di scoprimento del busto ci ha lasciato è, al contrario, rappresentativa dei rapporti del Protettorato con le istituzioni pubbliche e delle non sempre semplici relazioni intercorrenti.

Così, tra le altre, troviamo la lettera del medico privato di S.M. il Re Vittorio Emanuele III al Presidente del Protettorato che conferma la partecipazione delle Principesse allo scoprimento del busto e prevede la presenza della Regina (Elena di Montenegro).

Questo e altri documenti rinvenuti testimoniano il rapporto privilegiato dell’Istituto con la Casa Reale.

Per contro, le lettere e telegrammi di declino dell’invito da parte di importanti membri del Governo, sia nazionale che locale – come il Ministro delle Colonie, il Segretario Generale del Comune di Roma, il Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno – o la mancata risposta del Capo del Governo lascerebbero intendere meno disponibilità da parte del Governo dell’epoca.

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