Da minori non accompagnati a chef

Un piatto che non esisteva e che ora c’è: un piatto che è frutto dell’accostamento di diversi sapori, dell’incontro tra diverse tradizioni culturali e culinarie: lo presenteranno, lunedì 2 ottobre alle 15, presso il Protettorato, alla presenza della Presidente, Elda Melaragno, i nove ragazzi che stanno frequentando il corso per cuochi promosso dalla Fondazione, con la collaborazione della cooperativa sociale Men at work.

Un corso che continuerà nei prossimi mesi, ma che raggiunge un primo traguardo importante, proprio con la prima “prova generale” di questi futuri cuochi, che hanno scelto di cimentarsi in una sfida significativa e fortemente simbolica: non seguire una ricetta per realizzare un piatto già esistente, ma inventarne una, per dare vita a un piatto che non c’è, frutto delle contaminazioni culturali e culinarie che incarnano. I 9 ragazzi sono infatti tutti stranieri, arrivati minorenni da diversi Paesi e accolti presso il Protettorato, come centro di seconda accoglienza della rete Sai. Dopo aver acquisito, in casa famiglia, gli strumenti fondamentali per inserirsi in Italia, questi ragazzi hanno iniziato un percorso formativo professionalizzante, che permetterà loro di avere un lavoro e di realizzare il futuro che sognano. Alcuni di loro hanno compiuto 18 anni e hanno lasciato la casa famiglia, ma sono sempre seguiti e supportati dalla Fondazione, che ha un’attenzione particolare e crescente verso i care leavers e i minori stranieri non accompagnati. Altri stanno per compiere 18 anni, quindi si apprestano a compiere lo stesso salto verso l’autonomia, potendo contare su capacità, competenze e professionalità di cui, il prossimo 2 ottobre, daranno prova.

Siete tutti invitati a partecipare.

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