Il disagio degli adolescenti italiani e l’urgenza di trovare risposte educative efficaci.

Interessanti i risultati preliminari di un’indagine promossa dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) in collaborazione con le Istituzioni Scolastiche, alla quale hanno partecipato più di 10.000 ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti da tutte le regioni italiane.

Ne riportiamo i dati salienti, rimandando, per maggiori approfondimenti, al sito della SIP (https://www.sip.it/news/osservatorio-sip-sulladolescenza) dove è possibile scaricare i risultati delle indagini effettuate a partire dal 2003 e aggiornati anno dopo anno.

Circa il 50% dei ragazzi coinvolti nello studio riferisce di aver sperimentato (sempre, spesso o qualche volta) situazioni di malessere emotivo tale da non riuscire a trovare sollievo. Il 15% si è inflitto volontariamente lesioni per trovare sollievo o per puro piacere.

Il 12% del campione è stato vittima di cyberbullismo e al 33% è capitato di subire atti di bullismo (il 3,3% spesso e il 2,1% sempre). La maggior parte (68%) delle vittime non ne ha parlato con nessuno. Circa il 33% ha dichiarano di aver preso parte a episodi di bullismo verso i compagni e le compagne.

Il 37% fuma sigarette (abitualmente o occasionalmente) e circa il 40 dichiara di essere arrivato a star male in seguito all’uso di bevande alcoliche.
Il 62,3% riferisce di non ha ricevuto educazione sessuale da parte degli adulti, uno su tre (tra coloro che hanno già avuto rapporti) non usa mai contraccettivi, più della metà ha visualizzato materiale pornografico in rete e circa il 15% ammette di aver ricevuto proposte sessuali da parte di adulti anche attraverso siti e app.

L’età media del primo smartphone è tra 10 e 12 anni, ma l’1,4% lo ha avuto anche a 5 anni e il 26% tra 6 e 10. La maggioranza del campione utilizza i social per parlare con gli altri quando si sente solo. Al 53% (spesso o sempre) capita di rimanere impegnato in attività multimediali per periodi prolungati e molto spesso più a lungo rispetto a quanto si era prefissato, configurando una problematica che potrebbe anche sfociare, se protratta nel tempo e pervasiva, nell’internet addiction.

Per quanto riguarda le risposte ai propri bisogni, il 70% degli adolescenti cerca e riceve (spesso o sempre) aiuto dagli amici, mentre solo il 46% si rivolge (sempre o spesso) ai genitori per essere tranquillizzati quando hanno una preoccupazione. Solo il 20% trova nella scuola un interlocutore attento alle loro esigenze. Circa un ragazzo su due ha sentito il bisogno di avere un sostegno psicologico, ma l’84,2% non si è rivolto a un servizio di aiuto psicologico e solo il 4,8% ha utilizzato quello della scuola. Quelli che si sono rivolti allo specialista (7,4%) lo hanno fatto principalmente per problemi familiari (27,3%) seguiti da quelli sentimentali e comportamentali (entrambi al 21%), scolastici (16%) e con coetanei (13,3%).
Lo studio è stato presentato al Congresso Nazionale di Pediatria di Napoli (29 maggio-1 giugno 2017).

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